Buongiorno a tutti Solteri, come state?
Sono sicuro che a tutti voi manchi almeno un poco il gioco del calcio, gli allenamenti e le partite… è vero?


Sapete come faccio a saperlo? Perché mancano anche a me e soprattutto mi mancate tutti voi.
Proprio per questo vorrei raccontarvi una storia…

I Solteri e il vecchio bambino

Questa storia parla di un bambino a cui piaceva il calcio e gli piaceva così tanto che quando scendeva in un campetto (ma andava benissimo anche un cortile, un piazzale o persino corridoio)… beh, insomma, non appena capitava che saltasse fuori un pallone o soltanto una palla di carta avvolta con lo scotch e qualche buon amico con cui giocare, a lui iniziava a vibrare forte il cuore e l’emozione di quel gioco gli usciva fuori dalla pelle.

Non riusciva a capire esattamente il perché, in fondo quel pallone non sembrava avere nulla di straordinario, era solo una sfera rotonda e “rimbalzante”… eppure non appena quella sfera gli capitava tra i piedi, si creava come una specie di magia. Un insieme di sensazioni che lo facevano sentire speciale e invincibile. Quel pallone accendeva una serie di fantasie fatte di gesti atletici straordinari ed eleganti, colpi di tacco, rovesciate, serpentine e scivolate, tuffi incredibili e colpi di testa, coordinazioni e movimenti sincronizzati, corse veloci e improvvise frenate.

Ogni volta doveva inventarsi qualcosa di nuovo per superare un avversario o per servire un assist preciso al suo compagno, per recuperare una palla impossibile o ribaltare un risultato quando ormai tutto sembrava perduto. Poteva anche mettersi in porta e fare dei voli incredibili come nemmeno Spiderman avrebbe saputo fare.

E quando si faceva goal che gioia incredibile. Quanti abbracci con i compagni, ci si voleva bene per davvero in quell’istante, perché tutti insieme si era riusciti a fare un punto, a segnare… e ognuno aveva fatto la sua parte. Poi pian piano il tempo passava e quel bambino diventò sempre più grande, finché un giorno si sentì troppo grande per giocare.

Doveva studiare, uscire con gli amici e poi iniziò anche a lavorare.
Ormai era diventato proprio grande.
Ora poteva guidare e andare dove gli pareva, avere soldi per comprarsi tutto e stare sveglio quanto voleva… eppure qualcosa gli mancava, non sapeva perché ma ogni volta che vedeva dei bambini con un pallone, avrebbe voluto tanto giocare con loro ma era troppo grande ormai e non si poteva fare.

Un giorno per caso incontrò un gruppo di bambini molto speciali.  “Chi siete?” domandò loro.
“Noi siamo i Solteri” risposero tutti in coro. “Cosa vuoi da noi?” gli chiesero i bambini.
“Io vorrei solo giocare” disse lui… “e allora perché non giochi?”. “Perché ormai sono troppo vecchio per giocare con i grandi, ho smesso tanto tempo fa e per voi sono troppo grande, se gioco seriamente rischierei di farvi male”.
Così uno dei bambini disse: “Beh, allora ci potresti insegnare e farci diventare più forti di te, così poi potremmo giocare insieme”.
Una soluzione geniale!
Il vecchio bambino non ci aveva mai pensato 🙂 Così cominciarono e i bambini decisero di chiamarlo “mister”.

Lui gli insegnò tutte le cose che aveva imparato e i bambini diventavano sempre più forti. Scoprirono che dietro quella sfera “rimbalzante” che sembrava non avere proprio niente di speciale, in realtà si nascondevano alcune cose che erano “ultra” speciali.

Proprio dietro a quel pallone scoprirono che c’erano anche l’amicizia, la lealtà e il rispetto per l’avversario. Il coraggio e l’altruismo, il valore di un gruppo unito. La gioia di vincere e la grandezza che solo chi sa perdere può dimostrare e soprattutto che tra vincere e perdere c’era sempre e comunque il piacere emozionante di giocare.

Dal canto suo il vecchio bambino si accorse che da quei Solteri aveva imparato molto di più di ciò che aveva insegnato. Imparò che non avrebbe mai dovuto smettere di sognare e che non avrebbe permesso mai più a niente e a nessuno di far sì che quel bambino che era stato, si spegnesse dentro di lui…mai e poi mai.

Perché in fondo un mondo di bambini sarebbe senza ombra di dubbio un mondo migliore.
Infine la cosa più importante: aveva imparato che non è mai troppo tardi per imparare.


Spero che questa storia vi sia piaciuta almeno un po’.
Presto ricominceremo con gli allenamenti. Intanto pretendo che non smettiate di studiare, anche se le scuole sono chiuse e soprattutto che vi godiate fino in fondo il tempo che state passando con i vostri genitori.
Perché nella vita, così come nel calcio, il TEMPO è una cosa molto preziosa e nessuno ve lo potrebbe mai restituire. Ci vediamo presto e mi raccomando… quando riprenderemo, che nessuno di voi si sia dimenticato ciò che abbiamo imparato finora:
Senso dello spazio e del tempo, linguaggio visivo e linguaggio del corpo. Posizioni, testa alta e gioco di squadra.
Perché quando ricominceremo dovrete essere sempre più bravi a farmi stare zitto, non deve servire che io vi dica niente e soprattutto non dovete farmi URLARE, perché altrimenti qualcuno dei grandi poi mi potrebbe sgridare 😜
Ci vediamo presto piccoli Solteri, un abbraccio a tutti voi.

“Mister” Antonio